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Codice: Njeriu

L' uomo invisibile
[Wells Herbert]

L\' uomo invisibile
Nello scrivere questa storia straordinaria Wells compì un esercizio d’immaginazione creativa degno di Einstein: sognò di trovarsi nei panni di un uomo invisibile e scoprì non tanto i vantaggi – sono quelli di cui l’uomo fantastica dalla notte dei tempi e per cui si è sempre favoleggiato di oggetti prodigiosi che li procurassero – quanto gli svantaggi che una tale condizione riserverebbe: per esempio, la necessità, per mantenersi invisibile, di girare nudo in una città fredda e inquinata come Londra.
Wells fu sagace nell’ipotizzare la potenzialità delle cose di essere invisibili – interessante il passaggio in cui Griffin, l’uomo invisibile, spiega a Kemp che ciò che rende visibile il corpo umano e dei mammiferi in genere sono due elementi: la pigmentazione di sangue, capelli e occhi (il resto è bianco ovvero trasparente); e la disposizione e conformazione dei piani che compongono il corpo e che riflettono la luce: più ce ne sono, maggiore sarà la capacità dell’individuo di essere visibile . È molto strano che poi abbia commesso qualche errore grossolano nel descrivere particolari semplici, come il far dire a Griffin che nelle sue prime ore da invisibile inciampava perché non vedeva il proprio piede poggiare sullo scalino o non riusciva ad aprire la porta perché non vedeva le proprie mani stringere il catenaccio, e addirittura non riusciva ad alzarsi dal letto non vedendo i propri arti: eppure è esperienza comune che possiamo muoverci anche al buio, di fatto senza vedere il nostro corpo, e che per muoverci certo non abbiamo bisogno di guardarlo.
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